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TOUR ITALIA 2016 I GIORNO 1: ‪MONOPOLI – GRAN SASSO

La decisione di partire oggi è stata presa solo due giorni fa. In tempo record procuro tutto l’occorente mancante: vd40, grasso catena e cibo!! Carico Lara, rimetto tutte le idee a posto e rientro a casa per cena. Mio suocero sapendo della partenza con la risata sotto i baffi, esclama: “ma dove vai che il tempo è brutto in mezza italia..ahahah”!! Piove a dirotto!

Non ci faccio caso alla battuta… figurati amo guidare sotto la pioggia e di certo non mi tiro indietro per un po’ d’acqua nella visiera e sedere bagnato!! Però dopo ci rifletto su…. che palle! Fare i passi con la pioggia non è una buona idea non ti godi a pieno le curve e neanche i panorami. Prendo per buono la battuta del babbo e smanetto su internet e app varie. La situazione per l’intera settimana non è delle migliori così dicono!! Penso seriamente di rimandare! Mi metto a letto… si dice che la notte porta consiglio! Al risveglio vedo il sole dalla finestra… Ma parti caxxo, esclama il lato buono della mia coscienza!

Saluti e abbracci con l’amorosa e ingrano la prima. Destinazione è il Gran Sasso in Abruzzo, niente autostrada! da Monopoli SS16 direzione Foggia per poi imboccare la SS17 e quindi la SS645 verso Campobasso. Bellissimo tratto quest’ultimo con curve veloci e dell’ottimo asfalto. Alla SS645 gli ho dato un nuovo nome: “Il Passo di Campobasso”. Riprendo la SS17 e all’altezza trovo un bivio “Passo San Leonardo”, senza esitare svolto… fatto bene! Dopo qualche km trovo l’insegna “strada chiuso al traffico causa frana”, faccio finta di non averla vista!! Trovo una transenna legata con catena e lucchetto, la sposto involontariamente e passiamo! Fatto di nuovo bene! strada deserta e la salita sulla montagna è spettacolare e veloce! Attraversiamo tutto il Parco Nazionale della Majella e quindi il Passo San Leonardo. Ritorno per la mia strada verso castel del Monte e finalmete il Gran Sasso. Dimenticavo…. Niente pioggia!! Sole e un piacevole fresco!! Babbo ridi ancora?? Inizio a incrociare altri motociclisti e partano ci abbagliamo e salutiamo. Mi intossico di curve. Lara è più frizzante che mai, ci divertiamo tantissimo! Il Gran Sasso assomiglia all’altura di Nordkapp e riaffiorano dei bellissimi ricordi! La vegetazione è scarsa, niente alberi solo muschio e erba bassa, mi sto rilassando!

Una volta mio “ccuggino” amante di sci mi raccontava delle bracerie che ci sono sul ciglio della strada, dove puoi acquistare gli arrostini e cucinarteli… È bastato poco per individuarli… da lontano vedo i motociclisti parcheggiati e segnali di fumo. Era arrivata l’ora di pranzo! Con solo 5 € trasformo un semplice Sabato in Lunedi di “Pasquetta” a base di arrosticini e compro anche della salsiccia esiccata locale, per la cena. Riprendo la strada per Campo imperatore mancano ancora 21 km di curve. Raggiungo la vetta, il posto è bellissimo, un’aria incontaminata e c’è un bel sole. A pensare che ieri c’è stato un diluvio allucinate! Sono quasi alla fine dell’itinerario di oggi, in largo anticipo sono le 15 ed ho ancora voglia di guidare. Decido di scendere a Santo Stefano di Sessani, una delle porte di accesso della parte meridionale del Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga. La strada continua a regalarmi delle bellissime curve, cade qualche goccia d’acqua ma niente di preoccupante. Raggiungo il paesino e ne approfitto a fare una passeggiata per visitare il centro storico. Vedo molte impalcature e capisco che la causa della distruzione di buona parte del paese è stato il terremoto che ha colpito l’Abbruzzo nel 2009. Chiedo, comunque, ad un artigiano il quale mi conferma e che ormai sono rimasti circa 60 persone residenti in centro, il resto vive nei prefabbricati o chi è più fortunato è riuscito a ricostruirsi casa. Comunque il centro è bellissimo, piccoli vicoli e moltissime scalinate ed archi, qualche negozio di souvenir e prodotti tipici. Riprendo Lara e ci dirigiamo verso un campeggio. Avevo visto l’insegna scendendo dal passo. Il posto è carino, sistemo la tenda e pianifico la strada di domani. Nel mirino Bocca Trabaria , la Futa e forse ci butto dentro altro.. Ciao a tutti


Giorno 1 Monopoli – Gran Sasso
Km 561
Carburante: 42 €
Campeggio: 10 €

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TOUR ITALIA 2016 I GIORNO 2: GRAN SASSO – PRATO

A parte le pigne degli abeti che cadevano sopra la tenda ed il freddo ai piedi, diciamo che questa notte non ho dormito per niente. Nonostante tutto, al risveglio noto che la tenda ha preso una forma strana! Analizzo il problema come fossi un ingegnere edile e riscontro che un pilastro portante ha ceduto. Insomma se scassata la tenda! Comunque sono abbastanza carico per partire alla ricerca di nuove strade da scoprire. Smantello il bivacco e carico Lara, faccio colazione e parto senza far tanto rumore…. Non vorrei svegliare la famiglia con i bambini della tenda affianco. La discesa dell’altro versante del Gran Sasso è bellissima, solo dei piccoli muretti e guard rail separo lo strapiombo della montagna dalla strada. Imbocco la ss17 direzione Aquila e Rieti. Lei stupisce ancora a parte qualche colonnina di quelle che ti scattano la foto e dopo ti inviano un bollettino da pagare alla posta, ti regala dei bellissimi cambi direzioni ed asfalto ottimo. Mi dirigo verso Urbino e la tanto desiderata ‪#‎boccatrabaria‬con passo veloce e solo una sosta a Gubbio per un’altro caffè e visita al centro storico.

Bocca Trabaria SS73 bis collega Urbino a Urbania e continua fino a Sansepolcro, dire che è un classico passo è superficiale! È qualcosa di più! Un continuo cambio di direzione con curve per tutti i gusti! Una parte di asfalto è coperto dall’ombra del boschetto, l’altro baciato dal sole, come oggi! La parte finale è quella che ho apprezzato di più….. ti affacci e vedi giù ai piedi del monte le curve che fra poco percorrerai! Scatto poche foto faccio fare tutto il lavoro sporco alla Gopro! Mi concentro alla guida e vado giù in picchiata! Mi fermo soltanto a Sansepolcro! Chissà quanti km avrò fatto di solo curve! Un po giù di morale realizzo che per oggi l’itinerario è finito devo solo raggiungere Prato dove mi ospiteranno Luigi e Rossella, (ormai sta diventando una tradizione, questa è la seconda volta che mi fermo da loro, la prima fu al rientro da Nordkapp).
Sosta in autogrill per pranzo, mi gusto un ottimo antipasto con tonno della Norvegia su un letto di fagioli e verdure bollite e del pane tostato al rosmarino, insomma tonno in scatola insalatissime Rio Mare e crakers! ???portato da casa! Preferisco spendere soldi in benzina!!
Ho del tempo per rivedere l’itinerario e mi viene in mente il‪#‎passodelmuraglione‬ previsto a fine tour. Provo a verificare la distanza dalla mia posizione….. sono a solo 79 km e tempo di percorrenza 2 ore circa, troppo tempo! ! Deduco che in mezzo ci sia qualche strada da percorrere lentamente o magari qualche passo. Accetto e non sbaglio! Percorro il ‪#‎passodelcarnaio‬ e attraverso Parco Premilcuore fino a raggiungere il #passodelmuraglione. Foto di rito al bar del Muraglione e percorro una parte del passo che finisce Forlì. Faccio inversione e stavolta decido di fermarmi, per oggi ho dato abbastanza ma manca ancora un’ora circa per Prato.
Finalmente a Prato dopo un traffico assurdo, scarico la moto e con l’aiuto di Gigi e ne approfitto a recuperare i ricambi per la tenda. La brace accesa, carne sul fuoco e mojito trascorriamo una bella serata. E adesso mezzo brillo abbraccio il letto e vi auguro una buona notte!

Giorno 2 – Gran Sasso – Prato
Km 560
Carburante: 45€
Pernotto: gratis
Autostrada: no grazie

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TOUR ITALIA 2016 I GIORNO 3: PRATO – PERA (VAL DI FASSA ,TRENTINO)

Avevo notato che il freno posteriore non rispondeva come al solito, infatti noto il livello dell’olio meno del minimo….o perde olio o le pasticche non c’erano più! Infatti era la seconda ipotesi. Quindi, appena sveglio, questo era il primo compito. non potevo affrontare strade miste o condizioni di bagnato senza il freno posteriore. Mia culpa comunque, non ho controllato prima di partire. Saluto Gigi e Rossella e mi dirigo alla Ducati di Firenze. Sono molto disponibili e hanno tutti i ricambi. Aspettiamo che Lara si raffreddi e iniziano a sistemare tutto, ne approfittano a verificare un po tutto e lubrificano la catena. Lara è di nuovo in forma! Questo giochetto ci costa mezza giornata.Ci rimettiamo in marcia verso il passo della Futa. inizia a piovere, non riesco a godermi il percorso e poi onestamente non mi ha entusiasmato molto a differenza del Passo della Raticosa. Mi fermo a mangiare al bar punto di incontro del passo. Si ferma un ragazzo con la compagna anche lui col multistrada 1100, facciamo due chiacchiere e mi faccio spiegare meglio la strada dei due passi. Mi conferma che in sostanza Futa e Raticosa è lo stesso passo o meglio sono collegati, ma principalmente si conosce di più il nome Passo della Futa. Mi consiglia di proseguire verso Bologna dalla Raticosa …. La strada è bella! Una parte curve strette un po più avanti diventa un circuito! Dice tutto entusiasta.
Ci salutiamo e mi preparo per riprendere l’itinerario. vedo nel frattempo altri motoclisti passare muniti di antipioggia! Lo metto anche io! Infatti riprende la pioggia non tanto forte ma abbastanza da moderare di tanto la velocità. La prima parte si viaggia abbastanza lenti, dopodiché smette di piovere e coincidenza arriviamo al “circuito” .te ne rendi conto dai salva motociclisti installati sotto il guard rail, soprattutto nei curvoni veloci. In alcuni punti l’asfalto è ancora bagnato ma la strada è veramente bella, niente autovelox a parte in qualche paesino che si attraversa, arriviamo nei pressi di Bologna è tardi e purtroppo ho dovuto prendere una cattiva decisione…. Devo prendere l’autostrada da Bologna fino a Bolzano. In caso contrario rischio di non trovare nessun campeggio aperto e poi devo tirare un po la quarta, quinta e la sesta a Lara, poverina è da stamattina che facciamo seconda e terza! Musica nel casco e dritti alle Dolomiti! Vorrei avvicinarmi più possibile al passo Pordoi cosicché domani mattina di buona ora scaliamo la montagna. Arrivo a Pera il posto è incantevole. Come uscito dall’autostrada ho subito capito che avrei visto le migliori bellezze della nostra Italia. Il percorso dall’autostrada ai piedi delle Dolomiti è fantastico, nonostante la pioggia battente sono riuscito a godermi il panorama. Faccio in tempo a trovare un campeggio, la proprietaria era fuori come se mi stesse aspettando! Mi riferisce che era in chiusura, ma comunque, con solo 20€, mi dá una camera. ne approfitto! non ho voglia di montare la tenda o meglio non ho voglia di ripararla sotto la pioggia, anzi lo farò dopo in camera. Finalmente smette di piovere addirittura esce il sole alcuni raggi che riescono a farsi strada nelle nuvole illuminano le vette delle dolomiti lo spettacolo è unico. Sistemo tutto in camera l’aria fuori è fresca. decido di dedicarmi un pò alla cura di Lara, pulisco catena e lubrifico. Dopo cena finalmente il letto! Oggi è stata dura non ci voleva la fermata per il tagliandino con 70 €.


GIORNO 3 PRATO – PERA (VAL DI FASSA ,TRENTINO)

Km 560
Carburante: 58 €
Autostrada: 18,50 €
Campeggio: 20 €
Tagliandino: 70 €

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TOUR ITALIA 2016 I GIORNO 4: PERA (VAL DI FASSA ,TRENTINO) – VALDISOTTO

Mi sveglio con l’entusiasmo di un bambino che freme per giocare con il suo nuovo giocattolo! Sono sulle Dolomiti, patrimonio dell’unesco, ed oggi sono il mio regalo più bello. Non devo smontare nessuna tenda, pertanto sono già operativo di prima mattina. La sig. del campeggio, ieri si raccomandava di non fare rumore la mattina presto e magari di spingere la moto sino a fuori… Ma tu sei normale? 250 kg di pura potenza ed io la spingo…. Non riesco neanche a prendere in braccio la mia morosa, figurati se spingo Lara. La metto in moto e sparo una mega gasata, gli uccelli volano via dagli alberi e suonano gli allarmi delle roulotte parcheggiate persino, quelli senza batteria!

Per strada poche persone circolano e nessuna moto. la giornata è stupenda, c’è un bellissimo sole, fa pure caldo. mi dirigo verso i passi in programma stamattina, rispettivamnete Porodi, Campolongo, Gardena e Sella. Sostanzialmente sono tutti collegati tra loro e creano, se viste su mappa, un cerchio: parti da un punto e alla fine ritorni lì. Difatti arrivo in un bivio, che se svolto destra vado su Pordoi e a sinistra su Sella…. Avete presente quando devi prendere una decisione nella vita, il famoso “bivio?! beh, non è questo il caso..qualsiasi scelta è quella buona e non sbaglierai! Direzione Passo Pordoi! Un susseguirsi di curve immerse nel verde, ombre degli alti pini e le pareti rocciose delle dolomiti. Non mi fermo a fare foto, sono troppo preso, però gopro accesa! Inizio a percepire che stai salendo nei 2239 m, perché vedi che i pini iniziano a sparire e spuntano le cime delle maestose montagne rocciose. Si vedono le piste da scii con le funivie, solo quando non c’è la neve riesci a capire il circuito disegnato sulla montagna, addirittura in alcuni punti ci sono dei piccoli ponti, non per la viabilità ma per le piste da scii!! Inizio a vedere qualche motociclista ma poca roba. Raggiungo la vetta, foto di rito al tabellone marrone e metto la firma con adesivo ‪#‎buonastarda‬ e ‪#‎multipasso‬. Riprendo la marcia perché non ho idea dei tempi di percorrenza degli altri 3 passi. Continua un sali e scendi dalle dolomiti, segue il ‪#‎passocampolongo‬ e dopo il‪#‎passogardena‬. in questi due si attraverso dei paesini, ma niente di preoccupante, la strada del passo ha precedenza su tutto! Al ritrovo del Gardena, ad un tratto, come se avessero aperto le gabbie, gli amici motociclisti spuntano da tutte le parti… qualcuno anche in fuoristrada! Erano prevalentemente tedeschi o almeno cosi dicevano le targhe. Mi fermo al Gardena per qualche foto, il punto è ottimo, niente alberi davanti, solo la valle e si vedono bene le rocce. Vedo un ragazzo con una triumph con l’impressione che cercava qualcosa e chiedeva ai colleghi giessisti. si avvicina, era svizzero e con lingua internazionale, cioè a gesti, mi fa capire se avevo del grasso per catena. Disgraziato e lo chiedi a giessisti !! il cardano, loro hanno il cardano!! Mi atteggio ed apro il bauletto… tiro fuori la borsa e gli faccio vedere tutto il necessario per la pulizia e tagliando moto. Gli dò i guanti e Wd40 gli spiego come pulire e lubrificare. Gli spunta il sorriso e tira fuori 2 euro per ricambiare… gli rispondo: i’m italian non problem! Lets go!

Si mette con calma e si sistema la Triple. Ci salutiamo e riprendo strada. Continuo per il Sella e finisco il passo al bivio di partenza. Semplice no? Mi fermo per una pausa caffè verifico distanze per lo Stelvio, visto l’orario ho ancora tutta la giornata. decido pertanto di fare il ‪#‎passocarezza‬ e prima di salire sullo Stelvio , visitare il Lago di Resia dove emerge il campanile romano, unico bene salvato nel 1950, quando il progetto di costruire la diga per l’energia elettrica venne completato e gli edifici del paesino Curon vennero distrutti ed infine sommersi dall’acqua. Visitato quest’ultimo, mi dirigo verso sua maestà lo Stelvio: “il passo in eccellenza”. La salita è stata abbastanza faticosa. a parte la stanchezza e il peso di Lara i tornanti sono impegnativi, bisogna stare attenti, sono molto stretti. Vedi da giù il muretto della strada e ti rendi conto di quanti tornanti ci sono. In alcuni punti la montagna è franata e gli addetti ai lavori con ruspe sono a lavoro. la strada è comunque percorribile. A parte i motociclisti c’erano anche i ciclisti, non in gruppo ma in solitaria. Vedevo nelle loro facce la fatica e la sfida con loro stessi. Per loro lo Stelvio ha un significato particolare, un significato che ha un nome Fausto Coppi che nel 1953 vinse il giro d’italia proprio allo Stelvio. Saliva su come un treno. Per un ciclista salire lo stelvio è una gran vittoria! Lo Stelvio infatti porta il nome “Cima Coppi”. Raggiungo la cima anche io, ma senza pedalare! abbastanza stanco, faccio foto, mangio la solita insalatissima Rio mare e riprendo la scesa dall’altro versante. Questa onestamente l’ho apprezzata di più. La strada è buona e si vede tutta la valle, i tornati più larghi, piccole gallerie e un fiume con tanto di cascata. Si vedono i ciclisti scendere senza pedalare e fischiettando! Sono felici! Aggiungo… I Trollistigen in Norvegia a confronto è la SS 16 Bari-Molfetta. W lo Stelvio! Arrivo giù, trovo un campeggio a Val di Sotto, dopo aver scelto la piazzola, con molta calma sistemo tutto fino al rumore di qualche goccia che cade. Monto la tenda giusto in tempo, prima che iniziasse a piovere. Non ho voglia di cucinare , mangio una pizza al campeggio e mi imbottisco di birra!! Ho bisogno di dormire!!


Giorno 4 Pera (Val di Fassa,Trentino) – Valdisotto

Km 360 (pochi ma buoni )
Carburante: 18 €
Campeggio: 14 €

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TOUR ITALIA 2016 I GIORNO 5: VALDISOTTO – LAGO DI GARDA

Nel campeggio di questa notte, le piazzole sono state create in piccole terrazze scavate nella collina. per accedere ad esse devi percorrere una ripida salita col prato al centro e delle piastrelle laterali per permettere alle auto e caravan di avere attrito. Il problema è che anche queste erano viscide poiché bagnate…. Si scivolava! Avevo timore di cadere con Lara. Ho deciso di scaricare tutti i bauletti al fine di renderla più leggera. Come previsto, appena imbocco la discesa la Multi si intraversa, faccio in tempo ad appoggiare il piede e riesco a tirarla su! Che spavento! Spero che la giornata prenda una buona “piega”! Non perdo tempo e corro a scoprirlo col ‪#‎passodelgavia‬. L’inizio del passo è a pochi km da dove ho “tendeggiato”. non appena inizio la salita mi sembra di stare in Finlandia. gli abeti altissimi, non riesci a vedere il cielo e una musica di curve che sveglia tutti i sensi. Lara stamattina è più frizzante del solito, ma l’andatura è media e costante, vogliamo vedere e memorizzare tutto il panorama. Per strada siamo soli, incrocio soltanto un ciclista mattutino come me. Ci salutiamo anche! Arriviamo in cima e tra ruscelli, il ghiaccio a bordo strada e sulle montagne, ci godiamo lo spettacolo! Ci fermiamo spesso per scattare foto. A differenza dello Stelvio, sul Gavia una volta arrivati in cima, la strada continua senza scendere a valle. l’asfalto non è dei migliori, la strada è molto dissestata, ma non importa, questo è la Futa o il Muraglione, sul Gavia si va lenti e si ammira la bellezza delle maestose montagne rocciose. Arriviamo al rifugio bonetti. Finalmente arriva qualche motociclista. Scatto qualche foto, prendo un caffè e souvenir. Fuori un signore sta smanettando col suo drone, attacco subito bottone: che bel giocatolo!! Mi piacerebbe averne uno, poi questo è uno professionale! Giacomo, cosi si chiama, fiero del suo drone, mi racconta che ama fare riprese di vario genere. con aria dispiaciuta mi dice anche, che qualche giorno fa durante un volo, il drone per cause ancora da accertare,va a battere su dei cavi elettrici e si danneggia.
Sarebbe bello se facessi un video e magari me lo girassi! Potrei inserirlo quando faccio il montaggio dei video del viaggio!
Minkia! neanche due volte se l’è fatto dire!
Il drone spicca il volo! Giacomo, con sigaretta in bocca è concentrato come se stesse pilotando un boeing 747. Sorvola il rifugio e parte della montagna. Mi avvicino a lui e vedo i comandi, gli faccio delle domande come fosse un corso da pilota.
Lui abbassa la levetta e piazza il drone davanti a noi altezza uomo.
Tutto fiero mi dice:”Scattiamoci una foto”! Taaac….!! facciamone un’altra! Taaaac…!! Afferra il drone con la mano e spegne le eliche!
Scarichiamo il video sul mio PC. Per me è venuto bene, Giacomo non è tanto soddisfatto. ci salutiamo! gli invierò la richiesta d’amicizia, magari un giorno ci beccheremo ognuno col suo drone. Inizio la discesa dall’altro versante, la strada è molto stretta e spesso senza protezione sui lati… ti distrai un attimo è sei giù nella valle a fare compagnia agli stambecchi. Ma magari neanche perché loro sono sul ciglio della strada a pascolare, Ma siccome devo fare sempre il guastafeste, mollo due sgasate a limitatore e tutti scappano giù! Con molta calma raggiungo la fine del passo e mi dirigo sul Lago di Garda per scoprire la strada della Forra, attraversando altri passi Tonale, Carlo Magno, Duron e Ballino. Rispetto a quelli percorsi in precedenza, niente di eccezionale, ma comunque belli lo stesso, li rifarei altre mille volte, magari senza pioggia! Percorriamo buona parte della SS45bis che costeggia il Garda, la strada è bella sul lato destro le altissime parete rocciose a sinistra il lago.
Imbocchiamo la SP38, la famosa ‪#‎stradadellaforra‬. Famosa perché sembra incastonata nella montagna! Sono circa 5 km,ma ogni metro è stupendo. Si va a passo lento, la carreggiata è strettissima. in alcuni punti passa solo un’auto, infatti prima della galleria di pietra c’è un semaforo, così non ci si incastra! La percorriamo due volte. Riprendiamo la SS45BIS e la pioggia si fa intensa, si marca a 30 km/h sotto le secchiate d’acqua. per percorrere 15 km, ci avrò impiegato circa un’ora. Finalmente raggiungo il camping, lo avevo visto su internet e avevo scelto questo per la piscina e le terrazze per prendere il sole guardando il Lago, ma di acqua ne stavo prendendo abbastanza e il sole l’ho lasciato al Gavia.
Monto la tenda con casco e antipioggia, nonostante sia stato abbastanza veloce, ho dovuto dopo asciugare l’interno.
Metto tutto dentro, mi preparo la cena e aspetto che calmi il temporale per fare una doccia e “asciugare” le idee… e comunque, cenare dentro la tenda con la pioggia è una figata.


Giorno 5 Valdisotto – Lago di Garda

Km: 260 (pochi ma buoni )
Carburante: 48 €
Campeggio: 14 €

« di 6 »

TOUR ITALIA 2016 I GIORNO 6: LAGO DI GARDA – LAGO DI COMO

Stamattina mi sono svegliato, quando non più sentito il rumore della pioggia, che ha accompagnato i miei sogni per tutta la notte. Con molta calma riordino tutto, il tempo è ancora incerto. La tenda e le borse sono tutte inzuppate di acqua. I miei vicini di piazzola, due coppie di tedeschi adulti, asciugano il camper. Ogni tanto ci guardiamo e visto che non riusciamo a comunicare ci scambiamo dei sorrisi, per dire: è tutto ok! Ogni tanto qualche parola inglese, maledetto inglese, devo impararlo! Mi prometto per l’ennesima volta che appena ho del tempo mi iscrivo ad un corso. Ma ho compreso quando mi ha detto, cioè se volevo caffè. È stato semplice, mi ha fatto vedere la tazza con su scritto “coffe” con tutti i chicchi disegnati. Yes Yes! Capisco che non era il nostro caffè! ma qualcosa che conosco benissimo con cui ho fatto colazione per 20 giorni. Era la tazza di brodo con essenza di caffè, cosi la chiamavo nel mio viaggio a Caponord. Acqua calda con infuso di caffè. Gli strappo la tazza dalle mani, mi siedo e mi gusto il “brodo” come fosse uno spritz ghiacciato in una serata con amici al muretto del Caffè del Mare. Mi carico a molla pulisco e lubrifico la catena a Lara e via dritti ai passi. Ci dirigiamo verso il ‪#‎passocrocedomini‬. riprende la pioggia, tutta l’acqua che non ho preso nei primi 5 giorni, l’ho presa nelle ultime 20 ore. Stavo iniziando a salire per il Crocedomini ma una insegna attira la mia attenzione ‪#‎passomaniva‬ , verifico in un attimo il percorso e vedo che la strada alla fine del passo si congiunge con un’altra per il Crocedomini. Svolto! Il #passomaniva è una strada che attraversa il bosco con carreggiata strettissima e asfalto dissestato in molti punti, inoltre sta ancora piovendo. Se non fosse per qualche tornante non sembrava un passo. comunque, come inizio giornata non è male. Raggiunti la cima cerco la strada verso il Crocedomini con una bella sorpresa. il passo di questo versante rimane chiuso fino al 15 Giugno. Riscendo dal Maniva e continuo verso il percorso che avevo disegnato, però lo avevo fatto senza pioggia! Nella realtà non è cosi. Inizia la salita come di consueto. la prima parte attraversa i boschi quando si arriva in cima inizi a vedere le curve della montagna. Buona parte della strada è senza guard rail, cerco di fare molte attenzione, la pioggia è battente. Raggiungo il rifugio e vedo delle moto parcheggiate, sono tutti stranieri! Faccio una pausa con crostata locale, attacco l’adesivo ‪#‎buonastrada‬ sull’insegna e inizio la discesa. La situazione cambia, smette di piovere esce un pizzico di sole l’asfalto è più sicuro. In questa parte del Crocedomini la protezione sul ciglio della strada c’è, non è un guard rail ma un muretto con degli archi, molto caratteristico e architettonico. Ma in questo momento non mi interessa l’arte… ma la curva successiva.

Sono sulla SS42. È dovere raggiungere la parallela la SS38. per fare ciò, faccio il ‪#‎passodellafoppa‬ o ‪#‎passomortirolo‬ , anche questa passo molto lento, la strada attraversa i boschi in entrambi versanti ci sono circa 40 tornanti, tutti stretti e niente protezione. L’unico modo per godermela un po’ era spegnere la musica nel casco e scendere pian pian ascoltando la natura. Arrivato nella valle mi dirigo verso il lago di Como, la SS38 è abbastanza trafficata.

Raggiungo il campeggio, trovato su internet, trovo sistemazione. c’è un bel sole, ne approfitto a tirare fuori altre attrezzature bagnate per farle asciugare. Il posto è molto carino, ci sono molti campeggiatori stranieri, la maggior parte anziani. Ho iniziato ad apprezzare i campeggi nel viaggio a Caponord. trovi un’aria serena, la gente passa e ti sorride tutti salutano. Qui ci si rilassa! Di certo se vai negli alberghi non trovi tutti in vacanza, la maggior parte sono lavoratori, che già la mattina si alzano più incazzati di quando sono andati a letto la sera prima. succede anche a me! Aggiungo… ho scelto questo camepeggio perché è alle porte del‪#‎passodellospluga‬. domani colazione a 2114 m.


Giorno 6 Lago di Garda – Lago di Como

Km: 273
Carburante: 12 €
Campeggio:19 €

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