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TOUR “DELL’OSSO” – MOTO VACANZA 2017 24 LUGLIO – 03 AGOSTO

Anche stavolta, come l’anno scorso, ho scelto di andare a scoprire un po’ dei nostri paesaggi che l’Italia offre. Era un viaggio che prima o poi (meglio prima) dovevo in assoluto fare! E ho scelto di andarci in completa solitudine, in modo da aver la completa libertà di girare a mio piacimento, oltre ad essere una sorte di sfida con me stesso, perché è la primissima volta che provo una cosa così! In realtà non sapevo con che moto andare, se con la Guzzi 750 o il Kawasaki ZZR 600, ma alla fine, ho scelto la più comoda e versatile, cioè la Guzzi 750 ex polizia, seppur meno “dotata” del Kawasaki..

GIORNO 1: VIAGGIO DI ANDATA, CON TAPPA SUI MONTI SIBILLINI

Dati generali:

  1. Autostrada: NO!
  2. Carburante consumato: sui 42 euro
  3. Km totali: 637.

Partenza ore 8.00 circa da Padova, casa mia, tempo sempre bello, caldo e umido, anche se le previsioni in centro Italia non erano affatto a mio favore! Ma io, inconscio di questo, sfiderei qualsiasi cosa pur di andarci! Preparati i bagagli qualche giorno prima, compreso ulteriore borsone e zaino legato sulla moto con cinghie di recupero, solita foto su Facebook pre-partenza e … si parte! Previsto lungo tragitto colazione strada facendo e pranzo a Spoleto (prima fermata). Se non che, lungo strada, succede un piccolo inconveniente. Praticamente il supporto del telefono sul manubrio, con telefono su, ha deciso di staccarsi dal manubrio e volare in mezzo alla strada Statale che stavo percorrendo. Subito vado nel panico più totale!! Mi fermo subito, recupero la cover (che stranamente si era staccata dal telefono) in mezzo alla strada, bloccando due macchine, parcheggio la moto, recupero il supporto sull’altra corsia di marcia, con qualche danno, ma non trovo più il telefono! Né in mezzo alla strada, né ai lati dove mi era caduto, né dall’altra parte della strada.. Ero in crisi!! La mia fortuna è stata avere l’interfono da casco ancora collegato via Bluetooth con il telefono e riceveva ancora, quindi una piccola speranza c’era di ritrovarlo, non si sa in che condizioni. Perdo mezz’ora abbondante a cercare in mezzo a ramaglie, provo con l’interfono a mantenere il collegamento, provo con il tablet che avevo ad usare una app localizzatore, ma niente!! Ho detto: “qua mi mangio tutta la vacanza, se non trovo il telefono”, se non che, decido di fare un paio di passi più avanti dal luogo della caduta, tanto per vedere se magari lo trovavo ed eccolo!! In parte della strada, fuori dalla circolazione, con lo schermo rivolto verso l’alto. Ho pensato “non importa se si è rotto lo schermo o il telefono, l’importante è recuperare la Sim e quello che si riesce”, lo guardo e praticamente è rimasto integro! Solo “smussato” leggermente due angoli e basta. Rimonto su in fretta e furia e vado a fare colazione dopo Ravenna lungo la tangenziale, primo bar che ho trovato. Viaggio tranquillo e arrivo a Spoleto verso le 13.00. Da lì intravedo qualche nuvola che comincia ad addensarsi e capisco che da lì a poco avrebbe fatto pioggia come previsto. Mangio un boccone in piazza, faccio una piccola visita al centro città, poi, a causa di tempi ristretti e programmati, riparto, con la pioggia questa volta. Destinazione: Norcia! Norcia, a causa dell’ultimo terremoto ad Amatrice, è una zona tanto tanto a rischio. Infatti le mura della città erano crollate. Non è stato un bel vedere diciamo, in senso buono, perché ti piange il cuore vedere la città ridotta in questo stato e gli sfollati ancora sistemati nei container o camper/roulotte posti appena fuori dalle mura, con il clima che cambia da un momento all’altro, dal caldo torrido al freddo polare. La cosa che mi è sembrata alquanto strana, ma comprensibile, era che praticamente non ho incontrato nessun motociclista lungo la città, ed è da capire, visto che si è in una zona a rischio e paura se ne ha, a volte, anche troppa. Dopo il giretto a Norcia, avevo previsto di andare a Castelluccio, nel “cuore” dei monti Sibillini, ma un altro imprevisto (poteva essere prevedibile), mi è capitato: le strade che portano a Castelluccio, sia da Spoleto, Norcia, sia da Ascoli Piceno erano chiuse a causa delle frane e terremoti che sono accaduti. Io, ignaro di ciò, vado verso queste strade; una la trovo già chiusa sin da subito, quindi ritento per l’altra che gli passa sopra. Vado avanti per un po’, seguendo le indicazioni, e trovo la strada di collegamento chiusa “ad orario”. Fatalità arrivo quando hanno chiuso da poco e bisognava aspettare due ore circa prima che la riaprissero. Quindi, visti i tempi stretti, dietro front e cerco una strada alternativa, tornando per Norcia e andando per Visso. Lungo strada, per ben due volte, mi ha attraversato davanti un capriolo. Arrivato all’altezza di Saccovescio, un paesino molto piccolo lungo strada, vedo il cartello di strada chiusa. Ho pensato “impossibile! Vuoi che sia davvero chiusa?!”. Su quello mi addentro alla strada, faccio un km circa, e comincio ad intravedere qualche masso qua e là. Proseguo e mi ritrovo la frana proprio in mezzo alla strada davanti ai miei occhi. Allora di nuovo mi giro e torno verso Norcia e provo ad andare un po’ più avanti, sperando di trovare una strada che porti a Castelluccio. Mi addentro in un paesino (San Pellegrino) e vedo tutto diroccato dal sisma. Entro lo stesso e mi ferma l’esercito italiano, dicendomi che erroneamente sono entrato in zona rossa (la più pericolosa) del paese. Sapendo che tutte le strade per Castelluccio sono chiuse, quindi irraggiungibile, e vista l’ora molto tarda (praticamente ho girato due ore per trovare una strada, invano), decido di andare direttamente all’alloggio che avevo a Montemonaco, ai piedi dei Sibillini, ma dall’altra parte di dove ero e Castelluccio era il paese di collegamento diretto. L’esercito mi fornisce le indicazioni, seguendo le deviazioni verso Ascoli Piceno, parto, sempre con la pioggia, in fretta e furia. Praticamente sono andato giù fino alla Statale, passando per Cittareale, per poi risalire verso Ascoli e da Arquata del Tronto, c’era la strada che andava diretto a Montemonaco. Appunto dico “c’era” perché, poco dopo aver imboccato la strada che saliva, mi ritrovo un’altra pattuglia dell’esercito che a mo’ di dogana, controllava che chi saliva avesse la autorizzazione da parte degli enti competenti per frequentare la strada. A sto punto, stavo per perdere ogni speranza di raggiungere l’alloggio, dopo più di 400 km seduti sulla moto, torno indietro e riprendo la Statale verso Nord. Alla fine grazie al navigatore, riesco a trovare la strada per andare a destinazione, facendo tutto un giro largo, involontariamente, ma costretto. Arrivo all’alloggio verso le 20, mi sistemo in camera, prendo fiato dopo ben 632 km di moto, sfinito ormai, e vado a mangiare sul ristorante più vicino a 3 km dall’alloggio. Arrivo, e vedo tutto vuoto, nessun cliente, BAH! Entro lo stesso, vista la enorme fame che avevo, mi sarei mangiato qualsiasi cosa pur di mettere qualcosa sotto i denti, mangio e a fine cena faccio due chiacchiere con la cameriera e il proprietario del locale. Ahimè non era quello che volevo sentire (sempre in senso buono ovviamente). Praticamente dal sisma di Amatrice del 2016, le amministrazioni comunali e i vari enti hanno proprio “tagliato” a metà il monte Sibillini, togliendo tutto (e dico tutto) il turismo sulla parte est, a causa delle strade irraggiungibili, per “concentrare” quel poco turismo a Norcia e zone limitrofi per rafforzarsi economicamente per la ricostruzione della cittadina. Sentire queste parole da parte di chi ci lavora là da anni mi ha veramente messo la pelle d’oca, oltre che proprio un dispiacere per loro che si ritrovano proprio soli e abbandonati soprattutto dalle amministrazioni. Programmo il giro per il giorno dopo, vado a letto con un pensiero rivolto anche a loro.

GIORNO 2: SIBILLINI E GRAN SASSO (lato Teramo)

Dati generali:

  1. Autostrada: NO.
  2. Carburante consumato: 39,31 euro
  3. Km totali: 270

Dopo un bel riposo meritato, mi incammino per proseguire il mio tour motociclistico. Partenza da Montemonaco alle 9.30 circa, tempo di essermi rifornito di cibo e preparate le borse e legate, mi dirigo verso la Gola dell’Infernaccio, dopo Montefortino. Questa Gola non era altro che una strada sterrata che portava nel nulla. E anche questa strada era segnalata chiusa, però, temerario come sono, mi ci sono addentrato per un po’, foto al panorama e torno indietro. Il percorso pianificato prima di partire era fare anche Amatrice e zone limitrofi, ma, informandomi dagli abitanti, Amatrice era inaccessibile, quindi ho dirottato diretto verso il Gran Sasso dal lato teramano, passando per la Diga di Talvacchia, un opera ben consolidata in cui viene prodotta energia idroelettrica, per poi fermarmi giusto un attimo in un bar a Valle Castellana, nell’entroterra teramano, nel quale vengo ospitato “in modo locale” dagli abitanti presenti nel locale. Prendo un caffè al volo e riparto verso Fioli, altro piccolo paesino di pochi abitanti lungo la costa del Gran Sasso, nel quale ho tentato invano di addentrarmi in una piccola salita off-road di sola pietra, ma, data la pendenza notevole della salita e il peso della mia moto con bagagli e conducente, non sono riuscito a tenerla in equilibrio e mi è caduta. Provato ad alzarla da solo, ma impossibile; per fortuna c’era un signore abitante lì che ha sentito la mia caduta ed è venuto ad aiutarmi. Dopo vari tentativi falliti, insistendo un po’ e sudando sette camicie, siamo riusciti a rialzarla e portarla fuori. Unico danno è stata la freccia posteriore destra semi-rotta, mentre al resto per fortuna ha salvato tutto il paramotore anteriore e il bauletto rigido posteriore. Riparto, con qualche rimorso per ciò che avevo combinato, e proseguo il mio cammino, passando per Nerito e Montorio al Vomano, con destinazione Campo Imperatore e poi alloggio a Chieti. Da Montorio al Vomano, strada facendo verso Isola del Gran Sasso e Castelli (TE), vedo dei nuvoloni molto molto scuri ed inquietanti e comincio a pregare affinché la pioggia non venisse da me. Vista l’ora, mi fermo a mangiare a Castelli, un paese abbastanza carino ai piedi di Rigopiano, in un ristorante in centro; ordino cibo e bevande, do uno sguardo fuori e vedo che inizia a diluviare a più non posso, penso anche mista grandine. E avevo parcheggiato la moto fuori completamente all’aperto, con le borse tutte esposte; corro subito a mettere al riparo la moto, mi inzuppo per bene, trovando i borsoni belli che fradici, e la metto sotto ad un portichetto lì vicino e torno a tavola. Qua ho scambiato parola con qualche persona del posto, dicendomi anche che le strade che vanno a Campo Imperatore erano chiuse. Da questa informazione, decisi, nel mentre che mangiavo, di deviare il viaggio direttamente a Chieti dai miei zii. Nel frattempo aspettavo con ansia che la pioggia smettesse di venire giù, ma ho dovuto aspettare circa due ore prima di ripartire ugualmente con la pioggia ma leggera. Imposto il navigatore verso destinazione, ma mi faceva fare la strada per Rigopiano. Io parto lo stesso verso quella strada, vedo un cartello di strada chiusa, ma proseguo ugualmente. Nel frattempo che facevo la strada ero abbastanza titubante sulla strada che stavo facendo perché praticamente non c’era nessuno, proprio nessuno! Né macchina, né moto, nessuno! Solo io e me stesso e il destino che mi attendeva…

Dopo qualche km che ho fatto dopo il cartello, vedo un piccolo masso in mezzo alla strada, non un bel segno; proseguo e vedo qualche masso di più lungo la carreggiata, passo una galleria e sembrava che fosse passato un tornado, con alberi divelti, strada sporca di tutto e vedo più avanti la strada che curva, ma la montagna che la costeggiava non aveva affatto un bel aspetto. Sembrava che dovesse franare da un momento all’altro! Il mio buon senso mi disse: “non andare avanti, sennò rischi di restare intrappolato”, quindi decisi subito di tornare indietro “a gambe levate”. Nel tornare indietro, il navigatore si aggiornò, facendomi prendere una strada laterale qualche km più giù dal punto di svolta; strade immerse nelle campagne teramane, nelle quali non passava nessuno. Io, sempre molto preoccupato di riuscire ad arrivare a destinazione in tempo, proseguo, osservando il panorama che avevo attorno. Ben 60 Km di sole strade di campagna, con qualche piccolo tratto sterrato, in mezzo al nulla. La cosa strana è che Google Maps navigatore conosceva la strada che stavo facendo. Arrivo a destinazione dai miei zii alle 18.15, bagnato, ma sano e salvo.

GIORNO 3: RIPOSO E GIRO A SULMONA

Dati generali:

  1. Autostrada: NO!
  2. Carburante consumato: 0 euro
  3. Km totali: 58

Questa giornata, dopo i postumi dei giorni precedenti, l’ho dedicata al riposo alla mattina. Poi al pomeriggio volevo andare a Scanno, una bellissima città in provincia de L’Aquila, molto consigliata dai miei parenti, ma durante la strada avevo visto addensarsi delle nuvole proprio in direzione di Scanno ed erroneamente mi ero dimenticato la tuta impermeabile dai miei zii, quindi decido di fermarmi prima, a Sulmona. Sulmona è una città meravigliosa, tipica per le sue creazioni di opere d’arte con il solo utilizzo di confetti, oltre che per la sua storia. Giretto veloce, qualche souvenir da portare a casa e ritorno verso casa, con qualche goccia di pioggia.

GIORNO 4: GIORNATA AL MARE

Dati generali:

  1. Autostrada: NO!
  2. Carburante consumato: 0 euro
  3. Km totali: 0

Oggi, proprio per non farci mancare nulla, assieme a mio cugino e ad una ragazza che abbiamo conosciuto vicino casa nostra, decidiamo di farci una giornata al mare. Ci accompagna in macchina mio cugino e andiamo a San Vito Chietino, una cittadina che trovi lungo strada andando verso il Molise. Giornata calda, ma rilassante, compreso bagno nel magnifico mare.

GIORNO 5: TRASFERIMENTO SUL TRASIMENO

Dati generali:

  1. Autostrada: NO!
  2. Carburante consumato: 34,90 euro
  3. Km totali: 405

Partenza alla solita ora mattutina, verso le 9 circa, dopo una ricca colazione, si parte con destinazione Lisciano Niccone, un paesino sopra Tuoro sul Trasimeno, sulla parte nord del lago stesso, passando per il lago di Bolsena, sopra Viterbo. Viaggio tutto tranquillo lungo la tangenziale, con pit-stop pranzo veloce in un autogrill e arrivo al lago di Bolsena nel primo pomeriggio. Lago bellissimo, con possibilità di farsi il bagno, ma, avendo solo un’ora di pausa che mi potevo concedere e non avevo voglia di disbrigare le cinghie e rete per prendere la roba da bagno, decido di appostarmi su qualche scoglio a bordo lago e iniziare a scrivere qualche racconto sul mio diario di viaggio personale. Riparto puntuale dopo un’ora, tragitto tutto regolare, senza intoppi di nessun tipo e arrivo in albergo “La Cima Trasimena” in tardo pomeriggio. Dopo cena, decido di andare un po’ a vedere il centro paese di Tuoro sul Trasimeno, con un giretto lungo il lago. Al rientro in albergo con la moto, con i fendinebbia accesi e abbaglianti, stavo per investire ben 6 cinghiali (sembravano cuccioli). Mi sono abbastanza spaventato per tre motivi: 1. Dove me li carico se ne investo? 2. I cinghiali, se si infuriano, meglio darsela a gambe: sono feroci; 3. Se appunto lo investo, siccome sono pesantucci, se cado, che faccio?
Fortunatamente sono riuscito a bloccarmi in tempo, visto che erano subito dopo una curva, li ho fatti passare e via verso l’albergo.

GIORNO 6: ESCURSIONE NELLE COLLINE TOSCANE

Dati generali:

  1. Autostrada: NO!
  2. Carburante consumato: 36 euro
  3. Km totali: 410

Giornata dedicata alla esplorazione delle terre toscane, in particolare verso Montepulciano, come pianificato la sera precedente, visto che come distanza ero abbastanza vicino. Partenza solita ora, con zaino mare, visto che avevo pensato di fermarmi al pomeriggio alle Terme di Saturnia, una delle più belle terme naturali d’Italia. Prima città del giro è stata Chiusi, ho visto il lago (da lontano) e sono passato per le tombe etrusche., Poi visita a San Casciano dei Bagni, siamo passati sotto Radicofani, abbiamo toccato Bagni san Filippo, poi immancabile sosta per visita e pranzo a Montepulciano. Una città a dir poco stupenda, tipica del loro vino locale, veramente molto gustoso, oltre che costoso.. Pranzo in una bottega lungo la città dove facevano panini, piade e focacce toscane, anch’esse tipiche della regione. Poi nel primo pomeriggio riparto in direzione Saturnia, a circa 2 ore e mezzo da dove ero; le strade sia alla mattina, sia per raggiungere Saturnia, erano completamente immerse nel magnifico paesaggio toscano, uno spettacolo per gli occhi e, perché no, anche per lo spirito (se si può dire così). Arrivato a Saturnia, esattamente alle Cascate del Mulino, nelle quali ci si può godere il pieno relax delle terme gratuitamente; di fatti, immancabile bagno termale immerso nelle cascate. Relax puro! A me è bastata circa un’ora scarsa per rilassarmi a sufficienza. Verso il tardo pomeriggio riparto a tutta birra verso l’alloggio, distante circa due ore e mezza. Arrivo giusto giusto per cena e poi riposo meritato.

GIORNO 7: IMPREVISTO MOTO!

Dati generali:

  1. Autostrada: NO!
  2. Carburante consumato: 20 euro (ero a secco dal giorno precedente)
  3. Km totali: 65

In questa giornata avevo pianificato di andare a farmi un giro al Lago di Trasimeno, in qualche spiaggia accessibile e tenuta bene nelle zone limitrofe all’albergo, visto che a Tuoro non mi ha dato una bella impressione. Vado per partire con zaino mare e moto, se non che, appena partito, sento che la moto non va bene come prima; la sentivo sculettare qua e là quasi senza controllo. Controllo dietro la ruota, primo pensiero che mi è venuto e… era giù completamente! Pensavo che fosse solo sgonfia, vista la tirata del giorno precedente, quindi scendo dall’albergo verso il centro del paese pian pianino in modo da non scaldare troppo la ruota e rischiare di farla esplodere e rompere tutto. Arrivo in paese (5 km dall’albergo), faccio benzina e speravo che il meccanico attaccato all’officina fosse aperto (di domenica), e invece era tutto chiuso! Panico totale! Chiedo ad un anziano che stava facendo benzina se conosceva qualche meccanico o qualcuno con un compressore ad aria che mi potesse gonfiare provvisoriamente la ruota, ma lui sfortunatamente non era del posto, ma di un paese un po’ più distante. Tra le indicazioni fornitami, mi aveva detto che c’era un meccanico poco distante dal distributore dove ero, quindi ho provato a raggiungerlo, nella speranza che fosse aperto o comunque fosse in casa per potermi aiutare, visto che il giorno dopo partivo per risalire. Fatalità il cancello e la porta della officina erano aperti e ci sono entrato subito; da lì un signore mi ha chiesto di cosa avevo bisogno, io gli spiegai la situazione e lui, con anni di esperienza che aveva, aveva già individuato la causa del mio problema, cioè una foratura (la mia moto porta camera d’aria, non tubeless). Un incubo per ogni motociclista! Di domenica poi, chi vuoi che si metta a lavorare.. Invece costui, spiegando il fatto che all’indomani sarei partito per risalire e lui, tra l’altro aveva impegni per prendere dei pezzi di ricambio per altri mezzi che stava riparando, si è offerto, con disponibilità e generosità (non smetterò mai di ringraziarlo), a sostituire la camera d’aria della moto. Io me ne sono stato da parte per evitare (per lui) che succedessero infortuni e lui ha fatto tutto il lavoro di smontaggio, sostituzione e rimontaggio della ruota posteriore. Nel frattempo erano accorsi altri motociclisti per controllo pressione gomme e uno per svuotare il serbatoio caricato con il gasolio anziché benzina. Ve la riassumo: due ore e mezza di lavoro alla mattina, camera d’aria più spessa nuova e 75 euro per la riparazione che, fidatevi, glieli ho dati volentieri senza trattare, visto l’impegno di lavorare anche di domenica. Alla fine, visto il tempo perso, vado a farmi un giro a Passignano sul Trasimeno, paese affianco a Tuoro, ma non vedendo spiagge accessibili, mi sposto a Castiglione sul Trasimeno, un po’ più distante, ma con una spiaggia verde (di erba, stranamente), accessibile a chiunque. Mi apposto là fino a metà pomeriggio, poi, visto che nel pacchetto dell’alloggio avevo compresa anche l’ingresso in piscina, ho pensato bene di rientrare e di concludere la giornata a bordo piscina.

GIORNO 8: RISALITA E VISITA PERUGIA

Dati generali:

  1. Autostrada: NO!
  2. Carburante consumato: 20 euro
  3. Km totali: 290

Oggi, visto che il tempo di percorrenza per andare alla prossima, cioè in un albergo ai piedi del Passo della Futa, a Barberino di Mugello, era abbastanza contenuta (3 ore circa), decisi prima di farmi un giro nella bella Perugia, visitata la Cattedrale, preso qualche souvenir, pranzato e via verso il rientro al Nord. Arrivato all’altezza di Firenze circa, una ventata di aria calda mi investì. Sembrava di soffocare. Aria caldissima che non riuscivi a resistere con il casco nemmeno aperto del tutto! E una umidità da paura. Mi son detto “si sente che siamo rientrati al Nord…”. Arrivato all’albergo ai piedi del Passo della Futa a Barberino di Mugello verso il tardo pomeriggio, tempo giusto per mettere giù i bagagli e farci un bagnetto (se così possiamo dire) al Lago di Bilancino, a 10 km di distanza da dove ero. Ovviamente la roba da mare l’avevo lasciata in albergo, quindi come asciugamano ho usato la giacca e paraschiena da moto, mi sono solamente bagnato le gambe causa assenza del costume, poi a prendere un sole infernale con la maglietta sulla testa. Verso ora di cena sono rientrato per una doccia, cena, una fumata di sigaro toscano fuori dall’albergo e nanna.

GIORNO 9: RISALITA E VISITA AL MUSEO MOTO GUZZI

Dati generali:

  1. Autostrada: NO!
  2. Carburante consumato: 35,78 euro
  3. Km totali: 356

All’indomani, partenza alla solita ora oramai, riprendo con la videocamera la strada del Futa e comincio ad avanzare verso il Nord, in particolare a Mandello del Lario, sede della casa motociclistica Moto Guzzi. Io, ovviamente, avendo 2 Moto Guzzi e essendo appassionato di moto, non potevo non far visita, poi con una Moto Guzzi particolare come la mia. Arrivo lì verso le 15.30 circa e vedo il cancello aperto per entrare (non con la moto). Dato che, prima di questo viaggio, mi ero prefissato questa meta molto ambita e avevo notato che il mese di agosto erano chiusi; quindi sono rimasto alquanto stupefatto nel trovare aperto, quindi, senza ripensamenti, mi fiondai dentro e ho visitato il meraviglioso e grandissimo museo Guzzi. Moto di tutti i tipi (anche a 3 e 4 ruote), di tutte le epoche, dalle primissime moto degli anni ’20, fino alle moto quasi d’oggi. Poi, uscito all’ora di chiusura mezz’ora dopo circa, sono andato a Lecco, dove avevo l’alloggio, giretto nel centro storico, qualche spesa qua e là, poi raggiunsi l’alloggio che, praticamente era una camera in affitto all’interno di un appartamento “comune a tutti”. Mi sono sentito un po’ intimorito e a disagio, visto il gran caldo che faceva e in camera mia non circolava un filo d’aria un po’ fresca. Infatti ho dormito abbastanza male lì a causa di questo, oltre alle innumerevoli “gite in bagno” per bere acqua e sciacquarmi il viso.

GIORNO 10: LAGHI DEL NORD

Dati generali:

  1. Autostrada: NO!
  2. Carburante consumato: 34,67 euro
  3. Km totali: 332

Oggi, quasi più che mai, decisi di andarmene via subito da quel posto scomodo di Lecco, anche perché la colazione, a mio parere, faceva abbastanza schifo, con tutto il cibo lasciato là chissà da quanto tempo. Subito in moto, dal lago di Como dove ero la sera precedente, sono arrivato quasi in un batti baleno al Lago D’Iseo, ci sono passato a fianco, senza sosta, diretto verso il Lago di Garda. Ero dubbioso s riuscivo a fare il giro completo del Lago di Garda o no, vista la strada lunga e l’alloggio situato a Rovereto, nella parte nord-est del lago e io venivo da ovest. Arrivato a Salò a metà mattina, foto alla spiaggia e all’acqua trasparente, sosta di 10 minuti, poi riparto, facendo la parte sud del Lago e la costa est (lato Verona per capirci). Arrivo all’altezza di Bardolino, sopra Lazise, dove, sfinito dal caldo, decido di fermarmi per pranzo e bagno nel lago. Dopo un paio d’ore circa, vista la quantità di strada mancante, mi incammino verso Limone sul Garda, facendo tutta la costa del lago di Garda, con una vista meravigliosa!! Arrivato a Limone sul Garda dopo poco tempo, decido di proseguire per Tremosine, facendo la Strada della Forra, che non è altro che una strada sempre in costa al lago, ma vista dall’alto, in cui nel mezzo ci sono gallerie a senso alternato di marcia, ma con una vista ancora migliore. Mi fermo a fare qualche foto con la mia bestia, scendo da questa strada venendo da Limone sul Garda e poi risalgo nuovamente. Magnifico!
Arrivo ad un ostello in pieno centro a Rovereto, in cui avevo prenotato, sistemo armi e bagagli, e mi dirigo in centro città per mangiare e farmi un giro. Per fortuna nelle stanze c’era l’aria condizionata, la mia salvezza dopo la notte calda precedente.

GIORNO 11: RIENTRO A CASA (purtroppo)

Dati generali:

  1. Autostrada: NO!
  2. Carburante consumato: 0 euro
  3. Km totali: 122

Ahimè è arrivato il giorno del rientro a casa.. Mi è dispiaciuto un sacco lasciare tutti quei posti meravigliosi, quei bellissimi panorami che non avrei mai immaginato di trovare. Parto verso le 10 questa volta, e avevo pianificato il rientro a casa facendo il Passo della Borcola, passo a me noto perché sul paese sottostante (Posina) ci vado ogni tanto, quindi conoscevo il territorio. Infatti, arrivato in cima al Passo (unico passo di tutto il tour con una insegna a dovere), mi sono fermato immediatamente, foto sempre con la bestia, marchiato il Passo a nome del Moto Club Padova (visto che qualche tempo fa ci eravamo passati) e giù di 20 tornanti. Viaggio nel complesso tranquillo e in un paio d’ore sono arrivato a casa!
Che dire.. Ringraziare tutta la gente che mi ha ospitato in questo bellissimo tour, grazie al meccanico della domenica per avermi aiutato a proseguire il tour, e grazie ovviamente alla mia super moto che non hai mai ceduto minimamente!! E’ stata una esperienza magnifica, di contemplazione con sé stessi, di rilassamento totale! Da ripetere assolutamente, su altri posti ovviamente e, perché no, anche all’estero!!

TOTALE KM PERCORSI DI QUESTO TOUR: circa 3.073 KM

GIORNI TRASCORSI: 11

MOTO UTILIZZATA: MOTO GUZZI NTX 750 ex polizia anno 2000

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I DIARI DEL BOSS – ELEFANTENTREFFEN 2017 DI ANDREA VENTIMIGLIA

Day1: casa –> verona 291km
E alla fine la mitica ora di partire l’è arrivata pè davvero! Oggi tappa abbastanza di spostamento, dopo gli strazianti saluti con i cari via… primo scoglio: il nostro favoloso appennino. Sotto una coltre di neve e ghiaccio, le nostre montagne erano particolarmente affascinanti. Roba che ti fanno dire: cazzo come son figo in moto in questo contesto! 🙂
Arrivato a bologna, il giochino l’è finito. I tornanti si sciolgono tutti per diventare lunghi nastri grigi privi di sentimento. Quindi il bimbo (ovvero io) opta x l autostrada. Guidare in solitaria ti fa pensare e riflettere su molte cose. Ed io oggi ne avevo davvero tante positive su cui riflettere.
Bene esco a Carpi. Non potevo non passare a salutare il mio compagňero d avventure Gabriele Baracchi. Caffeino, du chiacchere come dal parrucchiere e via di nuovo. La strada mi manca davvero. Pochi km e a mantova passo a salutare anche la mia amica smanettona Luana Delegà. Era un monte che un la vedevo!
Il sole inizia a calare, io ho sempre ore e voglia di guidare e allora via! Deviazione e tutti al lago. Peschiera del garda regala una luce speciale sul garda… bene Verona é la mia ultima tappa del giorno. Mi spoglio e…. zzzzzzzzz che legnata! La temperatura è sempre stata attorno ai 3°. E domani sarà ancora peggio per attraversare le alpi! Domani il nemico sarà straniero con Austria e Germania. Ma intanto godo x quel che sto facendo. Il mio primo elefante!!!!!

Day 2: verona–> monaco di baviera 440km
Rahazzi e son cotto. Badahe a che ora scrivo. Cmq vi racconto. Son partito da Verona carico a mille. Mi sembrava anche nn troppo freddo, una sega!!!! 440km a -6° e vi assicuro che alla lunga l’è freddo ammodo! Vah beh… dopo i primi 100km in solitaria arrivo al ritrovo. Pieno di elefanti arrivati da ognidove. Io trovo le persone del mio gruppo e sotto un sol cocente si parte! 100, 200km e il freddo inizia a farsi sentire. Facciamo una sosta in austria x rigenerare le membra. Corpi provati ma spiriti alti e allora si riparte… alle porte di Monaco 1 si sperde, ma noi ormai sentiamo odore di arrivo e lo cachiamo li. Ehehehe ganzo! All ostello la prassi è lunga ome la quaresima, ma alla fine siamo tutti in una stanza solo x noi e questo fa gruppo. Chi arriva da bari, chi da milano, io salla toscana, chi dalle marche chi dal Trentino. .. siamo belli assortiti. Dopo doccia, 4 passi fino alla famosa birreria HB, digiuni dal pranzo, s’ha una fame un ci si vede. Maaaaa il capo nn c’è e allora gli si da di birra aspettandolo.. monaco è spettacolare coi sui palazzi, la sua gente… io ho sonno vo a letto che domani è una giornata tosta!

day 3: monaco –> la mitica fossa! 190km
Ragazzi….. obiettivo raggiunto! Che figata!!! Vi devo descrive? Giusto due notizie, poi vi lascio alle foto..
Partito da monaco e x tutto il viaggio la temperatura andava da -8 a -10°. In uscita dalla città in 2 abbiam rischiato di volare in terra. Neve neve neve da tutte le parti.. bellissimo! E poi, km dopo km si sentiva odore di elefante, odore di solla!
E arrivati a destinazione, la gioia più immensa!
E poi subito a lavoro, spalare metri e metri di neve. Montaggio tende, accaparramento paglia e legna x il fuoco.
Qui c’è dei matti ammodo da tutta europa. Tanti voli in terra, nn io x fortuna. E ora ci sono anche i fochi d artificio. Bisogna viverlo una volta nella vita.
Ora mi godo la neve e in buio. Bello lo spirito della gente, tutti che ti danno una mano. Tutti che condividono. E nn importa se sei ricco povero bello brutto alto o basso. Qui, siamo tutti uguali! E questo è il bello del gioco di questa avventura.

Day 4: la fossa –> padova 660km
E adesso posso dirlo: io l ho fatto! L elefante ti forgia, ti da gloria, ti fa sentire un duro. Ed io son contento d averlo fatto!
La gioia dell esser presenti cozza con la motivazione quando, a sol calato, si alza le tenebre. Il ghiaccio avanza, il freddo si prende le tue membra. E pensi che devi passare la notte li, in tenda, li, in mezzo a 1 mt di neve. Io c ho provato ma faceva un freddo becco porca t…! Alle 7 ho detto: via esco fuori. Tenda ghiacciata e stivali congelati. Nn c era verso di infilarseli. Con tante bestemmie ce l ho fatta ?. In giro nessuno. La pace totale. Decido di far colazione e vado al chioschetto, ma tutto il menù é in tedesco che io ovviamente nn comprendo e allora prendo l unica cosa che capisco tè e rum da 0.5lt, posto che vai usanza che trovi. Appena smontato il campo saluto i miei compagni di elefante e via parto. Giuro che se avevo voglia di fa una cazzata, questa l ho fatta davvero bene. Parto in solitaria. La neve e il freddo rendano l impresa assai difficile nonostante un bel sole. Ad un certo punto il gps mi fa lasciare l autostrada x la strada normale. Gira gira gira… taaaaac strade completamente ghiacciate. Panico! Stavo davvero andando in confusione. -11° 150km già alle spalle e .. nn saper che pesci prendere. Certo di calmarmi, sbaglio altre 2 strade ghiacciate e poi la sorte, vado di qui! E scelta azzaccata fu. Dopo 60km ecco Salisburgo e finalmente di nuovo l autostrada pulita e più sicura. Ancora davanti a me tantissimi km. Ma nn mi do x vinto. Un po di musica nel casco… qualche pensiero in mente… e via.. 300, 400, 500… il freddo mi strangola porca t… la temperatura nn si è nemmeno mai avvicinata allo zero, dai -11° ai -6°. E dopo tanti km vi giuro che vi toglie ogni pensiero posivito. I tempi di reazione del fisico si allungano in maniera considerevole. La testa nn va dietro al corpo.
Entro in italia! Deciso dal tarvisio. Altra bella cazzata. Autostrada congelata già dal casello. Sulle lunghe curve, stare in piedi è tutta una sfida con la fisica. Ed io che mi ripeto che nn può finire con una caduta una bella impresa come questa. E infatti son troppo ganzo e vinco io! Le alpi carniche rimangono nei miei specchietti, ora la neve è solo un ricordo. I pericoli sono finiti e anche le mie energie. Una doccia, tutto quel che desidero!

day 5: padova –> casa 265km
ebbene si, cala il sipario su questa splendida esperienza. dopo centinaia di km, dopo scenari che cambiavano di volta in volta, stato dopo stato.
ora ho realizzato che CE L’HO FATTA! e credetemi, ero uno di quelli assai sfiduciati, con mille seghe mentali, mille pensieri negativi sul viaggio. ed ora invece è tutto passato. se mi volto indietro vedo solo tanta voglia di farlo, tanta neve, tanti amici trovati lungo la strada, sulla strada. perchè il viaggio (qualsiasi esso sia) fatto in strada ti da sempre qualcosa in più. il calore della gente, i colori dei posti, i profumi dei luoghi. mi piace viaggiare x strada. e stavolta aveva anche un sapore diverso. sai che non tutti se la sentono di mettersi in viaggio per andare a questa meta. non tutti se la sentono di vivere in tenda immersi nella neve. non tutti fanno anche solo un minimo pensiero all’elefante. IO SI 😀 . ma x questo non vuol dire che io son più ganzo di chi non ci va, anzi. a tratti mi son sentito anche un bischero quando mi son trovato davanti a bivii ghiacciati e non saper che pesci piglià.
cmq vi posso dire in fine che se uno lo vuole, ce la fa! ho visto CBR, CIAO, VESPE e chissà che altri tipi di motori erano quelli incontrati alla buca, quindi bimbi: preparatevi e partite nel 2018!
durante i miei ultimi km verso casa ci ripensavo, alla gente incontrata, alle risate fatte, alle preoccupazioni durante i -10°, alla patch che mi stavo portando dietro. e ripensavo a tutti quei km fatti ai limiti del congelamento dove sei talmente tirato che nervi, muscoli ed ossa sono un blocco unico. talmente tirato che non ti c’entra nemmeno uno spillo nel culo, devi frenare e le dita non si aprono, devi mettere una freccia ed il pollice è li bloccato..
e poi arrivi sulle strade di casa, alla fine, e riassapori quel piacere di fare un tornante in piega, giocando con le curvone degli svincoli autostradali, dopo migliaia di km fatti dritti come fusi con gli occhi sgranati a scannerizzare il fondo stradale in cerca di ghiaccio o neve. ragazzi è andata!!!!
e poi domani vo a fa colazione 😉 come mi garba sto 2017!!!

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MOTOGIRO SVIZZERA DI MARCO MEDORO

Ciao a tutti, sono Marco, 23 anni, di Padova. Non ho una vera e propria passione per le moto, visto che mi sono fatto la patente “in ritardo”, ma mi piace assai molto girovagare per i vari paesaggi che il nostro paese e i paesi limitrofi ci offrono.

Infatti, per questo, voglio condividere la mia avventura motociclistica fatta il weekend scorso in cui, assieme a degli amici del Moto Club Padova, di cui faccio parte come staff direttivo, abbiamo deciso di farci un cosiddetto “giro in Svizzera”.

Dati generali:

  1. Autostrada: ovviamente NO!
  2. Carburante consumato: 69 Euro Andata e ritorno per me, per gli altri non so
  3. Km totali: circa 900 sempre per me.
  4. Pernotto: 40 Euro notte e colazione a Campodolcino (SO)

Partenza ore 7.50 circa da Padova, abbiamo incrociato alcuni amici che ci aspettavano strada facendo a Piazzola Sul Brenta (PD). Abbiamo preso direzione Trento, tramite la Strada Valsugana SS47, in cui abbiamo fatto un piccolo Pit-stop “di colazione”, per poi riprendere il nostro cammino. Abbiamo continuato per la superstrada fino a Bolzano, poi ci siamo spostati in direzione Passo del Tonale/Cles, in territorio trentino. Poi, visto che volevamo divertirci sin dall’inizio, abbiamo intrapreso il Passo del Mortirolo, nella zona valtellinese, in cui abbiamo fatto sosta pranzo su un bar/ristorante che c’era strada facendo.

Dopo una mezz’ora circa, inizia ad arrivare su un temporale, e noi, in fretta e furia, ci avviamo alle moto nella speranza di non farci la strada sotto la pioggia. E invece … dopo pochissimo tempo, inizia a diluviare e a grandinare anche! Grandine leggera, piccola e breve fortunatamente, ma la pioggia è continuata incessante per buona parte del viaggio, fino al confine svizzero, in direzione di Tirano.

Facciamo il Passo del Bernina (2330 mt), passo di confine italo – svizzero, pit-stop per fare foto all’immenso paesaggio, per poi riprendere la nostra meta. Qualche chilometro dopo, veniamo fermati tutti dalla polizia svizzera. Panico.. Pensavamo fosse successo qualcosa o lungo strada o tra di noi, ma la polizia svizzera ha ideato una specie di campagna di sensibilizzazione verso i motociclisti che arrivano nel paese straniero, e hanno illustrato in una sala li vicina, le loro regole riguardo limiti di velocità, autovelox etc.. Ritornando alle moto, visto che la mia moto è una Moto Guzzi NTX 750 ex polizia stradale, ha subito fatto colpo ai “colleghi” svizzeri. Siamo ripartiti alla volta di St. Moritz. Arrivati lì, piccola sosta per ammirare il paesaggio svizzero, poi ci siamo diretti verso lo Julierpass, per poi ritornare in territorio italiano a Chiavenna. Lì non potevamo non fermarci! C’era una cascata meravigliosa che scendeva dalla montagna! Fermati lì, sosta foto di gruppo e un po di rifornimento per i nostri corpi. Vista l’ora un po’ tarda (18.40 circa), ci avviamo velocemente verso Campodolcino (SO), dove lì avevamo prenotato cena e il pernottamento.

Il giorno dopo, siccome io dovevo tornare a casa causa lavoro, mentre gli altri miei amici stavano su fino a lunedì sera, siamo ripartiti assieme attraverso il Passo dello Spluga, in direzione di Thusis. Questo passo veramente è un assoluto divertimento per le moto! Tornanti, strada ridotta, curve su curve! Fatto il passo e arrivati a Thusis, io ho dovuto abbandonare il “branco” perché dovevo intraprendere la mia direzione verso casa, mentre gli altri continuavano il loro tour motociclistico. A Thusis io sono andato verso Davos/Albulapass, passando per Tiefencastel e i vari paesetti che si incrociavano strada facendo. Intrapreso la strada dell’Albulapass, mi ritrovo in mezzo a due costoni di montagne rocciose, i con cielo tutto coperto e, letteralmente, in mezzo alle nuvole! Arrivato in cima, ovviamente non potevano mancare foto a nastro assieme alla mia avventuriera moto che, nonostante per tutto il viaggio non sia mai andato il contachilometri causa rottura del rinvio, non mi ha mai lasciato a piedi! Quindi, siccome mi aspettava un viaggio di ritorno abbastanza impegnativo, persi poco tempo e mi avviò in direzione di Merano, passando per Zernez. Poco dopo Zernez, dovevo fare l’Ofenpass, ma mi ritrovo strada facendo, una coda di macchine e moto ferme a causa del passaggio lungo strada di una gara ciclistica. Attendo con ansia il “via libera” della polizia che presenziava il traffico in quel momento e continuo il mio viaggio. Dopo qualche chilometro, inizia a piovere; quindi piccola sosta per indossare la tuta antipioggia e proseguo il cammino sotto una fitta pioggia che mi costringeva ad andare piano (max. 80 km/h), che mi ha accompagnato fino a Glorenza, dove lì mi sono fermato a pranzare e anche perché ero abbastanza bagnato sulla arte bassa del corpo a causa dei pantaloni antipioggia che aveva un buco sul cavallotto e faceva entrare acqua.

Dopopranzo, e dopo essermi cambiato i pantaloni che avevo sotto l’antipioggia, riprendo. La pioggia mi ha accompagnato nuovamente fino a Merano compreso, poi, una volta presa la superstrada verso Bolzano/Trento, li la pioggia smettè di bagnarmi e si aprì un piccolo raggio di sole, segno di speranza. Arrivato all’altezza di Mezzocorona (TN), piccolissima sosta lungo strada per verificare se il tragitto era esatto, e valutare eventuali deviazioni per chiudere in bellezza la giornata. Invece, decisi di continuare per la superstrada Valsugana fino a casa a causa dell’ora di arrivo a destinazione un po’ tarda e per il riposo da avere per il giorno dopo di lavoro.

Ora di arrivo: 19.00 di domenica 26 giugno

VIAGGIO ALLA SCOPERTA DELL’ABRUZZO ORIENTALE15-20 AGOSTO 2016 DI MARCO MEDORO

GIORNO 1: VIAGGIO DI ANDATA

Dati generali:

  1. Autostrada: ovviamente NO!
  2. Carburante consumato: sui 35 euro (ho fatto benzina qua a Padova, ma già ne avevo un po’ in serbatoio)
  3. Km totali: 451.

Partenza ore 7.50 circa da Padova, casa mia, tempo sempre bello, caldo. Preparati i bagagli qualche giorno prima, compreso zaino da mare legato sulla moto! Anche questa volta il mio contakm ha deciso di non funzionare causa sempre quel maledetto rinvio; ma, questa volta, onde evitare di prendere multe dagli autovelox presenti lungo strada, ho installato sul mio telefono una app che mi rileva la velocità col GPS.

Avevo già programmato di fare tutta strada normale, vale a dire la Strada Adriatica (SS16), quindi mi incammino verso Ravenna, facendo prima la Romea SS319, poi piccola sosta ad un bar a Cervia, dove di solito, con i miei genitori ci fermiamo, caffè e pasticcino, e si riparte carichi!

Verso le 13.00 circa, sosta pranzo a Porto S. Elpidio, su un bar trovato strada facendo, poi dopo circa 40 minuti, riparto verso la mia meta.

Tutta una tirata fino in Abruzzo, a pochissimi km da Chieti, in cui mi autoscatto una foto per immortalare l’arrivo a destinazione! Alle ore 15.50 arrivo a casa dei miei parenti, per un totale di 8 ore secche di viaggio.

Arrivo, scarico le valigie, mi sistemo dentro casa e mi rilasso un po’, mi godo il paesaggio circostante, compreso uno splendido tramonto e mi programmo il giro del giorno seguente.

GIORNO 2: GIRO DELLA MAIELLA

Dati generali:

  1. Autostrada: ovviamente NO!
  2. Carburante consumato: 20 euro
  3. Km totali: 255.

In questo giorno mi ero fissato di voler fare un itinerario visto su internet in cui si costeggia la Maiella, ma, siccome non mi ritenevo soddisfatto di fare solo metà passo praticamente, decisi la sera prima di volerlo fare tutto!

Sveglia alle ore 8.00, colazione, partenza sulle 8.30/8.45 e parto con la mia avventuriera moto alla scoperta della Maiella. Verso le ore 11 faccio una piccola deviazione verso Passo Lanciano/La Majelletta, che si trova sui 2000 mt di quota, parcheggio e scatto qualche foto panoramica.

Tempo 10/15 minuti e riparto per continuare il giro del monte. Altra deviazione (consigliata da mia cugina che vive giù) a Roccacaramanico Terme, questo piccolo borghetto isolato, un posto molto tranquillo. Arrivo lì, mi faccio una piccola camminata per vedere come è fatto, e rimonto sulla moto. Continuando il giro, vista l’ora un po’ tarda di pranzo, decisi di fermarmi a Cansano, questa piccola cittadina vicino a Campo di Giove, nell’Aquilano, un panino e via di nuovo!

Strada facendo, mi fermo un attimo al Bosco di Sant’Antonio, questa prateria abbastanza vasta dove si può trascorrere la giornata di picnic con la famiglia o amici, circondato dal paesaggio abruzzese. Vado avanti e allungo la strada a Roccaraso, questa città abbastanza grande, più di quello che immaginavo, in cui mi sono fermato per bere uno “sgroppino” (come lo chiamiamo noi veneti un digestivo) e via per il viaggio “di ritorno”.

Finisco il giro della Maiella e rientro a casa in tardo pomeriggio.

Mentre ero a casa ospite, mi programmo il giorno dopo, puntando verso il mare questa volta, per farmi una giornata relax.

GIORNO 3: ROCCA CALASCIO

Dati generali:

  1. Autostrada: ovviamente NO!
  2. Carburante consumato: sui 15 euro
  3. Km totali: 140.

Il terzo giorno, in teoria, era programmato di andare al mare e il giorno seguente di rifare la montagna, ma viste le condizioni meteo non favorevoli per trascorrere una giornata in spiaggia, decisi di invertire le due giornate, andando a visitare Rocca Calascio (sempre tappa molto consigliata da visitare), questo castello diroccato sulla montagna, in cui si può godere un panorama mozzafiato e, in base al tempo a disposizione (visto che a pranzo ero dai parenti) visitare L’Aquila e/o altri paesi lì intorno!

Parto verso le 9.30 e mi avvio. La moto era in riserva (in teoria, visto che non segna quanto carburante ci sia, ma c’è solo la spia della riserva), visto che la spia lampeggiava e non rimaneva fissa; penso tra me e me <<visto che lampeggia, tiro avanti ancora un po’>>, ma dopo circa 40 km, sento la moto ingolfarsi. All’inizio ho pensato che stesse entrando in riserva, visto che tempo fa mi aveva fatto la stessa reazione, ma man mano che vado avanti sento che cede sempre di più fino a spegnersi. Da lì ho pensato <<che sia proprio finita completamente la benzina, oltre alla riserva?!>>; provo a riaccenderla tirando l’aria e riparte, vado avanti qualche km e rifà la stessa reazione di prima. Allora, in situazione di emergenza che ero, decisi di tornare un po’ indietro alla ricerca del distributore; lo trovai qualche km indietro, feci immediatamente benzina (30 euro) e riparto a tutto gas! Quindi, dopo aver perso circa mezz’ora buona per questo inconveniente, mi dirigo a Rocca Calascio, facendo una strada (dettata dal navigatore) un po’ insolita, in costa a due montagne, completamente deserta e larga quanto una macchina e una moto che ci passavano a pelo. Arrivo su e la strada per andare a visitare la Rocca è transennata con divieto di transito; quindi parcheggio la moto e attendo la navetta che portava su. Passano circa 20/25 minuti per l’arrivo della navetta; nel frattempo ho scambiato qualche parola con un altro motociclista presente lì, che anche lui faceva un giro per il centro d’Italia, proveniente da Forlì.

Andiamo su con la navetta e, in fretta e furia, cerco di raggiungere il castello, scatto più di qualche foto panoramica e torno giù. Rincaso quasi dopopranzo, mangio e mi riposo un po’.

GIORNO 4: PUNTA ADERCI

Dati generali:

  1. Autostrada: ovviamente NO!
  2. Carburante consumato: sui 15 euro (ho usato la  benzina del giorno prima)
  3. Km totali: 142.

Quarto giorno dedicato al relax, quindi punto al mare, sempre su un posto consigliatissimo dai miei parenti, in cui si può godere un mare stupendo in totale tranquillità.

Parto alla mattina presto, per prendere subito posto in spiaggia, verso Punta Aderci, questa spiaggia all’interno di una riserva naturale a circa 10 km da Vasto, ad un’ora abbondante da dove ero io. E, tanto per iniziare bene la giornata, la moto non parte con l’avviamento elettronico, causa probabilmente della tirata che le avevo dato il giorno prima tornando dalla Rocca. Allora, con la mia astuzia ingegnosa, visto che dove stavo era una strada tutta in discesa, l’ho sfruttata per fare “l’avviamento ad inerzia”, mettendo la seconda marcia, mollare la frizione e accelerare. Partita subito! Mi fiondo a questa spiaggia, indago su dove andarmi a posizionare e ci vado. Spiaggia di sassi e mare limpido, vicino alle rocce della Punta (vera e propria), mi approprio anche di una piccola grotta, visto che non avevo con me l’ombrellone e trascorro lì la mia giornata super rilassante!

Rincaso verso sera, cena, doccia, qulche chiacchera scambiata con mia cugina riguardo al posto e poi a letto.

Presi poi la decisione che il giorno dopo, visto che sabato mattina dovevo ripartire verso casa, me ne stavo tranquillo lì a casa a preparare le valigie e, al massimo, andavo a farmi un giro in centro a Chieti.

GIORNO 5: RIPOSO E CENTRO CHIETI

Come programmato, mi sveglio più tardi del solito (e anche del previsto), colazione e, pian pianino, inizio a preparare con grosso dispiacere la valigia (bauletto della moto), faccio benzina alla bestia e, visto che mi avanzava un po’ di tempo alla mattina, prendo la moto e sono andato a farmi un giro in centro a Chieti, in occasione del mercato settimanale, per fare anche qualche acquisto.

Chieti è questa bellissima città molto ben sviluppata su una collina, molto ben acculturata e bellissima da visitare e girare anche come passatempo. Questa città offre vari eventi anche nei comuni limitrofi, soprattutto in questo periodo, in cui ci sono varie “sagre” paesane in giro per il territorio e in occasione del periodo pasquale, soprattutto alla veglia del venerdì santo.

Non aggiungo altro, sennò vi rovino la sorpresa… Se volete vedere cosa si nasconde al venerdì santo, andate giù a vedere con i vostri occhi!

Al pomeriggio saluto gli altri parenti lì in zona, ceno e poi a letto presto, visto che la mattina seguente avevo programmato la partenza ad un’ora accettabile per non trovare tanto traffico in giro.

GIORNO 6: RITORNO A CASA

Dati generali:

  1. Autostrada: ovviamente NO!
  2. Carburante consumato: 36 euro
  3. Km totali: 451.

Partenza verso le ore 8.45, dopo aver fatto qualche acquisto alla mattina dal fornaio, ripercorrendo la stessa identica strada dell’andata. Trovo tutti semafori rossi e traffico sulla Statale Adriatica (SS16) da Pescara fino a Porto S. Elpidio circa, poi, fortunatamente, la strada si libera un po’ e il traffico diventa più scorrevole. Verso ora di pranzo, mi trovavo dalle parti di Fano, sempre lungo costa, mi fermo su un vicoletto di accesso alla spiaggia e mangio. Poi ripartito per altre 4 ore continue di viaggio che mi rimanevano per tornare a casa.

Arrivo a casa alle ore 16.45, quindi ben 8 ore di viaggio, stesso identico tempo dell’andata, incredibilmente!

 

TOTALE KM PERCORSI DI QUESTO TOUR: circa 1440 KM

 

Ovviamente, l’anno prossimo, in base al tempo a disposizione, cercherò a tutti i costi di fare un altro giro, con tappe già designate, e sarò qui a raccontarvi il tutto!

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VIAGGIO IN MOTO – SPEDIZIONE A CAPO NORD 2016 DI CALABRO VENTUNO

 Mi chiamo Agostino in arte Calabro Ventuno ho percorso la mia infanzia come passeggero di mio padre motociclista storico del paese in cui sono nato.

Lo accompagnavo ai motoraduni in giro per l’Italia, diventato adolescente ho iniziato a accompagnarlo anche all’estero( Irlanda, Inghilterra etc.) Durante questo percorso in me cresceva l’amore per la moto ma allo stesso tempo la dissuasione di mio padre verso questa passione in quanto timoroso del pericolo connesso. Cresco e per via degli studi universitari fuori ho congelato questa passione, certo ho ripiegato sui viaggi zaino in spalla girando per l’europa e il centro america, ma non era la stessa cosa. Terminati gli studi decido di rientrare e lavorare con mio padre e poco dopo faccio presente il mio desidero di prendere una moto e così succede: a ottobre 2013 prendo la patente della moto, a novembre acquisto una vecchia yamaha drag star 650 e a agosto 2014 parto per il mio primo viaggio in moto alla volta del sud della Spagna e del Portogallo, 23 giorni, 6.000 km con un amico storico conosciuto all’università, il quale mi chiama chiedendomi di fare un viaggio insieme e io gli rispondo …si ma in moto. Rientrato riscontro la necessità di una moto più potente e affidabile per i viaggi e passo a una yamaha midnight star 1300 nel 2015, diciamo che sapevo dove volevo andare in futuro… In tutto questo c’è da dire una cosa: mio padre andò a capo nord nel 2001 e sono cresciuto sentendo le descrizioni dei posti e delle strade, i racconti del viaggio etc e in me qualcosa già nasceva… Così a fine 2014 ho pensato: io nel 2016 devo andare a Capo Nord e così è successo. Agosto 2016 si parte io con la zavorrina e mio padre da solo e un po’ dei miei bagagli. Dalla Calabria a NordKapp attraverso Austria, Polonia, Repubblica Ceca, repubbliche baltiche, Finlandia, Norvegia, Svezia, Danimarca, e Germania. Ora non ci resta che attendere il prossimo racconto

Calabro Ventuno